I ricercatori della Nagoya City University (NCU) hanno rivelato un’interazione tra i percorsi cortico-cerebrali durante il recupero indotto dall’allenamento nei “ratti modello” con ictus, fornendo preziose informazioni per migliorare i metodi di riabilitazione.
L’emiparesi dell’arto superiore si verifica spesso dopo un ictus ischemico o emorragico.
La compromissione unilaterale degli arti superiori può alterare sostanzialmente la capacità dei pazienti di completare le attività della vita quotidiana. Pertanto, è necessario un miglioramento continuo dei metodi di riabilitazione per ottenere risultati più positivi a lungo termine tra i sopravvissuti.
I ricercatori della NCU hanno identificato il reclutamento dinamico dei percorsi “corteccia-tronco-cervello” attraverso la riabilitazione intensiva post-ictus e il suo contributo al recupero della funzione di avambraccio compromessa nei ratti modello di emorragia intracerebrale (ICH). Questa scoperta cruciale potrebbe fornire nuove intuizioni che consentono il miglioramento dei metodi riabilitativi per l’uomo.
L’ictus colpisce spesso la rete primaria dalla corteccia al midollo spinale, causando gravi deficit motori in corso. La riabilitazione promuove il recupero della funzione motoria compromessa, che si ritiene sia dovuta alla riorganizzazione dei circuiti neurali residui. Tuttavia, non è chiaro come siano reclutati i circuiti nel recupero indotto dalla riabilitazione.
Per studiare i meccanismi alla base di questi fenomeni, il team NCU ha utilizzato un modello di ratto ICH in cui viene distrutto quasi il 90% del tratto cortico-spinale, causando cambiamenti nei circuiti correlati al motore.
“In precedenza abbiamo trovato abbondanti connessioni di nuova formazione dalla corteccia motoria al nucleo rosso nei ratti riabilitati”, spiega il primo autore Akimasa Ishida. “È interessante notare che abbiamo anche scoperto un aumento del percorso” formazione corticale-reticolare “nei ratti addestrati quando il percorso” nucleo cortico-rosso “non ha funzionato, usando una tecnica di infezione a doppia virale durante la riabilitazione.”
Per testare il contributo dei nuovi aumenti delle connessioni tra la corteccia e la formazione reticolare al recupero funzionale, i ricercatori hanno bloccato selettivamente il percorso target usando una tecnica di infezione a doppio virale nei ratti sotto blocco del percorso del nucleo da corteccia a rosso durante la riabilitazione. Quando le connessioni di formazione corteccia-reticolare sono state messe a tacere, nei ratti riabilitati è riapparsa la funzione alterata degli arti anteriori.
Questi risultati dimostrano che il rapido reclutamento delle vie corteccia-tronco-encefalica è un fattore chiave per il recupero funzionale nella riabilitazione intensiva.
“Abbiamo fornito chiare prove del fatto che il reclutamento dinamico compensativo dei circuiti residui si è verificato quando altri circuiti motori responsabili non hanno funzionato”, ha detto l’autore corrispondente Hideki Hida. “Questa evidenza indica la notevole flessibilità dei cervelli feriti e un’ulteriore indagine sui dettagli del processo di “commutazione “sarà utile per lo sviluppo di metodi di riabilitazione più efficaci.”
Fonte Sciencedaily (https://www.sciencedaily.com/releases/2019/09/190911130356.htm)